Mores

Mores

Adagiato su un terrazzamento del Monte Lachesos, nel cuore del Logudoro, a 40 km di distanza da Sassari, Mores è una tappa obbligata per l’importanza dei siti archeologici presenti nel suo territorio, densamente popolato sin dal 3000 a.c.. è come un breve viaggio nel tempo la visita ai nuraghi Mannu Suldu, Tresnuraghes, Istatos, Ranas, e Sa Cuguttada e all’imponente dolmen di Sa Covaccada, ovvero “La Coperta” dal nome dall’enorme masso posto a copertura dell’edificio, tra i più grandiosi esempi di architettura funebre megalitica nell’area del Mediterraneo.

Tra le case basse del centro abitato svetta il simbolo del paese, il campanile della chiesa parrocchiale, il più alto della Sardegna, eretto nel 1870, con un’altezza di 46 mt. Per il pregio degli elementi architettonici e le cinque grandi statue di terracotta che lo adornano è considerato un significativo esempio di stile neoclassico in Sardegna.

L’attaccamento degli abitanti al proprio patrimonio folkloristico è visibile nelle feste ricorrenti da primavera a fine estate: le celebrazioni in onore di Santa Lucia il 1° maggio, la festa di Santa Rita il 22 maggio e quella campestre di San Giovanni Battista il 29 agosto, i festeggiamenti più raccolti in onore della Madonna di Todorache il 9 settembre, sono tutte delle ottime occasioni per scoprire una paese ancora autenticamente legato alle proprie tradizioni.

Comune di Mores
Proloco Mores
Sardegna Turismo – Mores

Arte e cultura a Mores

Come ovunque si sono perse nel tempo numerose tradizioni popolari di cui solo le persone più anziane hanno memoria, per lo più legate alla civiltà cittadina, si ricorda: la processione “Ad Impetrandam Pluviam” per invocare la pioggia, con i bambini innalzanti una canna con delle immaginette votive ed intonanti una preghiera, “S’attittu o Attitidu” per il defunto, “Su Compare e Fogarone” etc.

Permangono ancora in uso la questua “A sos Mortos” operata dai bambini, che vanno di casa in casa per ottenere dolci tipici e qualche dono in denaro. Un tempo i bambini, il primo giorno dell’anno, chiedevano su “Acchiddu” o “Canneu” un tipico pane tradizionale di Mores, ma questa tradizione è ormai scomparsa. Alla vigilia dell’Epifania invece, bambini ed adulti, cantano ancora i vari “Gosos de Sos Tres Res”, ottenendo doni vari in cambio degli auguri (cantati) di prosperità (es: “Auguramus sos annos a sos padronos de domo bi li pregamus de coro chi vivana a medas annos” ovvero “Auguriamo il nuovo anno ai padroni di casa, pregando con tutto il cuore affinché possano vivere per molti altri anni), questa tradizione in passato permetteva ai poveri del paese di sopravvivere qualche giorno, sempre in passato il canto “Sos Tres Res” veniva eseguito “A Cuncordu” da quattro cantori, ai giorni nostri bisogna dar merito all’Associazione Culturale Coro Lachesos di tener ancora viva questa bellissima tradizione, presente in buona parte del Logudoro.

Tra le sagre religiose quella che riveste una maggiore importanza è quella in onore di San Giovanni Battista che si tiene il 29 Agosto, meritano comunque un breve accenno anche la festa in onore della Madonna di Todorache il 9 Settembre e tutta la serie di preghiere e canti della Settimana Santa, come ad esempio le suggestive manifentazioni de “S’Isgravamentu” il Venerdi Santo.

Un territorio da scoprire | Mores

Bed&Breakfast
Il Giardino degli Aranci
Via San Giovanni 37
079 707 9922

Ristoranti
Le arcate
via Trieste, 5
079 706034

Associazioni culturali e artistiche

Associazione Culturale Mores

Itinerari

Monte Lachesos
Su Crastu de Santu Eliseu
Ponte romano Pont’Ezzu
Meteo

Ricetta Locale

Sos amarettes

Ingredienti
Ingredienti: 400 g di mandorle dolci, 100 g di mandorle amare, 500 g di zucchero, 3 albumi d’uovo.

Preparazione
Sbollentare le mandorle, spellarle e asciugarle. Tritarle e unirle allo zucchero sino ad ottenere un composto omogeneo. Montare leggermente gli albumi, incorporarli alle mandorle appena preparate e amalgamare il tutto. Dividere l’impasto e modellare tanti amaretti di uguali dimensioni. Disporli distanziati l’uno dall’altro su una teglia con carta da forno e metterli nel forno già caldo a 130°. Lasciare che cuociano fino ad assumere una doratura uniforme.